IS vi racconterà, attraverso un diario, la storia di un 20enne giocatore di basket volato in Florida per giocare a studiare. Lui si definisce un “nano da giardino che ha avuto fortuna”, noi vi assicuriamo che è da seguire
A noi di Intervista Sportiva sono sempre piaciute le storie, raccontarle e farvele vivere direttamente attraverso la parola dei diretti interessati. Fulminati dalla storia, abbiamo deciso, per un po’ di tempo, di seguire le vicende (la vita) di Emanuele “Lele” Montaguti, un ragazzo che dallo scorso agosto si trova a Pensacola, una città della Florida di 450000 abitanti situata sul Golfo del Messico più vicina a New Orleans in realtà (Louisiana) che a Miami, per studiare biologia marina e giocare a basket nel college di West Florida. La sua storia è abbastanza particolare, ecco perché abbiamo deciso di affidargli un diario personale sul nostro sito, che lui stesso terrà aggiornato di volta in volta raccontandoci come vive (non malissimo, e vedrete perché), come si svolge la sua attività giornaliera e come si forma la carriera di un ragazzo che ama il basket ma che non ha avuto in dono dalla natura né centimetri né massa muscolare. Come spesso capita, è la volontà a fare la differenza.
Sono nato a Cesena, ho 20 anni e la mia carriera è un po’ particolare, non tanto per l’inizio quanto per ciò che sto vivendo ora, un sogno. Partito dalla mia città natale nella Carisp Cesena, a 16 anni ho esordito in Promozione (mio primo campionato senior), per poi salire in D a 17, in C2 a 18 dove però non è andata benissimo e l’anno scorso in C1 (DNC), andando nel Gaetano Scirea, società di Bentinoro (tra Forlì e Cesena). Li sono cresciuto molto, al punto tale che la sicurezza in me stesso (che avevo perso del tutto l’anno prima per motivi poi risolti), è cresciuta molto e mi ha convinto a provare l’avventura negli Stati Uniti.
All’inizio ho avuto un po’ paura, perché ai primi allenamenti eravamo più di 20 e ho saputo che ne avrebbero tenuti 15 in squadra; fortunatamente sono piaciuto e mi hanno tenuto, nominandomi “redshirt” (gli atleti hanno 4 anni di eleggibilità dopo i quali o diventano “pro” o vanno oltre oceano o smettono; se vieni nominato redshirt hai 5 anni, uno in più, però uno di quei 5 ti tocca guardare le partite dalla panchina stando in borghese). Per il primo mese mi sono allenato e prima dell’inizio del campionato il coach mi ha detto che non era più sicuro di farmi redshirt perché avrebbe potuto aver bisogno di me durante le partite, perciò ho giocato la prima di campionato 6 minuti, e la prima in casa 20 partendo in quintetto. Purtroppo mi sono scavigliato e questa benedetta caviglia non si è mai messa a posto fino in fondo. Dopo Natale, parlando con i coach, hanno deciso di farmi “medical redshirt”, così che non perdevo un anno senza giocare ma anzi lo potevo usare per aumentare di massa (quando sono arrivato pesavo 64 kili; ah, sono un nano da giardino, alto 177 centimetri), anche perché come record di vittorie e sconfitte siamo davvero deludenti quest’anno, quindi in realtà mi sta andando bene. Ora sono chiuso in palestra a fare pesi, mi alleno quando abbiamo allenamento e vado a tifare dalla panchina durante le partite.
Eppure pensate che un ragazzo così non è mai stato convocato dalle selezioni nazionali
Una nota dolente!! Purtroppo non sono mai stato preso in considerazione, ma premetto che non ho mai fatto campionati di Eccellenza alle giovanili a parte un anno solo a 15 anni, e questa è la cosa che, guardando indietro, rimpiango di più. Parlare di Nazionali giovanili secondo me è un po difficile ora: ho finito un anno fa una DNC, campionato che non credo nazionali giovanili guardino per cercare talenti; credo di essere migliorato e tuttora sto migliorando molto, purtroppo però ho già 20 anni e non sono il ’95 super talentuoso che gioca in una alta divisione 1 o in Dna. Io cerco di fare del mio meglio e sono convinto che se qualcuno si merita qualcosa prima o poi ce l’avrà… magari per le giovanili nazionali è tardi, non per questo mi arrendo.
Ora dalla mia finestra vedo il mare, sono finito in un Paradiso, gioco a basket e studio quel che mi piace, non potrei volere di più dalla vita.
E chi lo ammazza!!!